L'utilizzo dei software Open Source costituisce un fenomeno in espansione nell'attuale panorama dell'ICT in Italia; infatti, secondo la relazione annuale del CNIPA sullo stato dell'informatizzazione della PA, nel 2003 il 54% delle amministrazioni (18 amministrazioni centrali e 10 enti pubblici) utilizza software Open Source per i propri sistemi, rispetto al 42% verificato nel 2002.
La Direttiva di fine 2003 del Ministro per l'innovazione e le tecnologie ha fornito una serie di indicazioni per le amministrazioni pubbliche, da tenere presente nelle fasi di acquisizione di software per i propri sistemi elaborativi.
Un aspetto innovativo è costituito dall'obbligo di valutare le alternative possibili, costituite dal software di tipo proprietario mediante acquisizione di licenze d'uso, dal software Open Source, dal riuso di software sviluppato per altre amministrazioni, dallo sviluppo di software ad hoc o mediante combinazione delle varie modalità elencate.
Anche in Italia, è stata affrontata la problematica del software Open Source mediante una commissione nominata dal Ministro per l'innovazione e le tecnologie, al fine di consentire una corretta valutazione delle possibilità di utilizzo nella PA, e successivamente nel 2003, sulla base dei risultati della commissione, è stata approvata la direttiva del 18 dicembre 2003 (pubblicata sulla G.U. n. 31 del 7 febbraio 2004).
Nel rapporto viene evidenziato come la realizzazione di sistemi software basati sul modello di sviluppo a codice sorgente aperto sia una novità, in particolare per le pubbliche amministrazioni, centrali e locali, ed è necessario quindi attuare strategie di diffusione della conoscenza sulla materia, attraverso la costituzione di una struttura istituzionale di riferimento sulla tematica, sul modello di quanto realizzato in altri paesi membri della UE: un Centro di Competenza (CdC) OS, presso il CNIPA.
In Europa sono già presenti Centri di Competenza costituiti da Enti o organizzazioni governative con obiettivi simili a quelli del futuro (CdC) del CNIPA, (Austria, Germania, Francia, Olanda...)
Lo stesso programma UE IDA (Interchange of Data between Administrations), nell'ambito delle proprie iniziative di diffusione dell'OS, auspica e promuove la nascita di Centri di Competenza nazionali e locali.
Fra i principali obiettivi che il Centro di Competenza OS deve perseguire:
- promuovere iniziative volte alla diffusione della conoscenza del software OS nella PA;
- dare supporto alle PA per la valutazione comparativa nelle fasi di acquisizione di software;
- svolgere azioni di verifica, mantenimento e miglioramento del software OS prodotto ex novo per la PA o frutto di riuso;
- raccordare e diffondere il patrimonio di esperienze svolte presso le Università, la ricerca pubblica, le PMI del settore, etc.;
- favorire l'incontro tra domanda e offerta di prodotti e servizi OS per la PA;
- supportare la definizione di politiche di licenziamento e di contrattualistica per prodotti e servizi OS, adeguate per l'impiego nella PA.
La Direttiva puntualizza come, tra i criteri di valutazione della soluzione debba essere tenuto in debito conto anche l' "interesse di altre amministrazioni al riuso di programmi informatici, dalla valorizzazione delle competenze tecniche acquisite all'interoperabilità".
La Direttiva stabilisce inoltre alcuni criteri tecnici da adottare nelle valutazioni comparative, tra i quali merita di essere sottolineata l'indicazione del dover privilegiare soluzioni che assicurino l'interoperabilità e la cooperazione applicativa tra i sistemi informatici della pubblica amministrazione e del dover utilizzare programmi che permettano di esportare dati e documenti in almeno un formato di tipo aperto. Inoltre, nell'ottica di aumentare la competività nel mercato, e per poter beneficiare delle migliori offerte, viene indicata fra i criteri la non dipendenza "da un unico fornitore o da un'unica tecnologia proprietaria."
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